Chi sono
Il maestro Gino Viani è nato a Morlupo (Rm) nel ’55 dove vive ed opera. Si è diplomato in tecnica pubblicitaria nel ’78 sotto la guida dei proff. Brini e Bonavita inserendosi immediatamente nel campo grafico. Nel 1985 si iscriveva all’Accademia di Belle Arti di Roma, seguendo poi il corso di pittura con il prof. Brunori. Ha partecipato dal ‘85 a numerose mostre collettive ed estemporanee, tra cui il “Premio Arte 90” durante il quale è risultato finalista con l’opera “Paesaggio”, l’XI Premio “Vito Agresti” del 1991 durante il quale è stata segnalata l’opera “Senza titolo” e, infine, il “Premio Arte 92” in occasione del quale ha conseguito la targa d’argento con un’altra opera intitolata “Paesaggio”. Nella produzione artistica di Gino Viani, i temi del ritratto, del paesaggio e della natura morta, sono trattati secondo una sensibilità storica, orientata prevalentemente verso le esperienze delle avanguardie artistiche italiane e francesi dei primi del Novecento. La sua notevole perizia tecnica lo porta a misurarsi con passate tradizioni artistiche, dal realismo figurativo al Cubismo, al Futurismo, all’Astrattismo rivisto alla luce di una personale concezione della realtà, e secondo una originalissima ottica artistica, in cui si riconoscono i tratti della sua formazione d’accademia e dell’esperienza grafica e fotografica. (di Maurizio Marchetti)
Recensione Critica – mostra personale – Paesaggio
Se non conoscessi Gino personalmente , guardando le sue opere , penserei di trovarmi di fronte a un artista di un secolo fa. Tutto gira vorticosamente ,a spirale, nell’insieme degli elementi naturali: il verde dei prati, il rosso dei tetti, il blu del cielo che varia a distanza, verso l’azzurro, il biancore rosaceo delle nuvole. Tutto gira, tutto s’incastra, perfettamente. In un solo colpo d’occhio la visione è totale, come se tanti punti di vista, tante angolazioni, si siano date appuntamento in quel momento, immobili, ora, sulla tela. Con intensa emozionalità, con il loro dinamico interagire con lo spazio circostante. I colori, alcune volte si mescolano tra loro a tonalità “innaturali” ma forti cariche di materia. Sembrano gioielli di oreficeria medievale, quando spicchi di pietre preziose si incastonavano tra loro, dando vita a forme nuove. I suoi paesaggi, motivo che predilige , risultano alcune volte distorti, ma gli elementi sono sempre presenti, ridotti a forme essenziali, schiacciate, irregolari ma sempre rintracciabili e riconoscibili.
Anche nella sua produzione più giovanile, Gino aveva già provato a trasformare il risultato finale delle sue opere in altro: ed ecco il bellissimo pastello a matita che dedica a Morlupo. Sembra un arazzo, con la trama bene in vista, a voler sottolineare l’amorevole visione del luogo in cui è cresciuto , e per questo tanto prezioso.
Giuseppina Micheli